Il fieno
o Il fienaiolo
- Data: 1888
- Materia e tecnica: olio su tela
- Misure: cm 178,5x150,5
- Firma e scritte: firma e data in basso a destra “Plinio Nomellini / 1888”
- Acquisizione: donazione da Vittorio e Alceste Nomellini, 1949
- Inventario: 1957/537; 1991/1123
L'artista e l'opera
Dipinta dal pittore livornese Plinio Nomellini a 22 anni, segna un momento decisivo nel suo percorso: inizia infatti con quest’opera il superamento degli insegnamenti del maestro Giovanni Fattori e del colore dato per “macchie”, aprendo la strada all’uso di colori puri stesi per filamenti accostati (che porterà di lì a poco Nomellini e altri artisti alla corrente del “Divisionismo”) e a una nuova attenzione per la luce. Il dipinto viene presentato con grande successo all’esposizione della Società Promotrice di Belle Arti di Firenze del 1888, tanto che viene scelto per l’Esposizione Universale di Parigi nel 1889.
L'opera
In un campo di erba secca, sotto un sole cocente, avanza un giovane contadino col viso in ombra protetto da un cappello di paglia, un fascio di fieno nella gerla sulle spalle e un falcetto appeso al collo. Alle sue spalle, macchia scura sullo sfondo, è un altro contadino impegnato a domare un cavallo imbizzarrito. L’orizzonte alto e inclinato, ripreso da Fattori, separa una lingua di terra bruna dal cielo grigio-azzurro. La composizione è inondata di luce, vera protagonista del dipinto, mentre il colore si sfilaccia in lunghe e sottili pennellate.
L'opera e il Museo
Il dipinto è rimasto a lungo di proprietà della famiglia Nomellini, fino a quando i figli del pittore, Vittorio e Alceste, lo donano nel 1949 al Comune di Livorno per il Museo civico insieme all’Autoritratto (anch’esso ora esposto in Museo) e a 20 disegni dell’artista. L’opera viene subito esposta nella sede in Villa Fabbricotti, inaugurata il 4 giugno 1950.
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