Fascinaia
o La boscaiola
- Data: 1914?
- Materia e tecnica: olio su tela
- Misure: cm 59x79
- Firma e scritte: firma in basso a sinistra “M° Puccini”
- Acquisizione: donazione da Paolo Fabbrini, 1923
- Inventario: 1957/504; 1991/1095
L'artista e l'opera
Il pittore livornese Mario Puccini realizza il dipinto Fascinaia, non datato, a circa 45 anni, in un periodo di crescente successo artistico e di graduale sicurezza economica. Da alcuni anni, specialmente dal 1913 con il dipinto La Metallurgica (Livorno, collezione privata), dedica alcuni dipinti al tema del lavoro, trattato senza volontà di denuncia sociale ma con intenti puramente pittorici, giocati sul forte impatto dei colori affiancati e sulla loro capacità di costruire le forme, come qui Fascinaia e Funaioli.
L'opera
In una ripida strada sterrata di campagna, fiancheggiata da alberi e alta vegetazione, sale lentamente una donna con la veste lunga e scura, le braccia sollevate per reggere sulla testa una fascina di ramoscelli e legna minuta. Alle sue spalle, lo sguardo risale sulla montagna fino all’altissimo orizzonte: il paesaggio occupa così gran parte del dipinto, lasciando in alto solo una striscia di cielo percorso da nuvole. È dunque uno spazio costruito in maniera inusuale, reso con brevi e svelte pennellate, con colori non accesi e in forte contrasto tra loro, come tipico di Puccini, bensì dell’ampia gamma dal marrone al verde.
L'opera e il Museo
Il dipinto arriva al Museo civico nell’ambito delle onoranze che la città dedica a Puccini. Fin dalla sua morte nel 1920, alcuni artisti che si ritrovavano con lui al Caffè Bardi di Livorno costituiscono il “Gruppo Labronico”, col primo fine di onorarlo. Nel 1923, a seguito della decisione del Comune di trasferirne la salma nel Famedio dei livornesi illustri a Montenero, il collezionista livornese Paolo Fabbrini, giornalista, proprietario e direttore del quotidiano «Corriere di Livorno», offre al Comune un’opera di Puccini dalla propria raccolta: la Commissione di vigilanza del Museo sceglie La Fascinaia.
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