Cristiano Banti
Santa Croce sull’Arno (Pisa), 4 Gennaio 1824 - Montemurlo (Prato), 4 Dicembre 1904
Nasce da un’umile famiglia a Santa Croce sull’Arno (Pisa). Si forma a Siena dove dal 1841 al 1850 è iscritto all’Accademia di Belle Arti.
Si trasferisce a Firenze e dal 1855 frequenta il Caffè Michelangiolo, dove i futuri “macchiaioli” dibattono sull’arte alla ricerca di un nuovo linguaggio pittorico per rendere la realtà e i suoi forti valori cromatici e luminosi. Ma la sua pittura continua a seguire la tradizione accademica: tratta fatti del lontano passato con fine disegno, raffinatezza e armonia del colorito. Il rinnovamento, con pennellate rapide e “macchie” di colore affiancate senza linea di contorno, parte proprio dalla pittura di storia, come in Il ritrovamento del corpo di Lorenzino de’ Medici (La congiura) (1858, Firenze, Galleria d’Arte Moderna, da ora GAM). Nel 1860 è a Montemurlo (Prato), La Spezia, Montelupo (Pisa) per affinare con altri “macchiaioli” la nuova pittura della realtà all’aperto; nel 1861 a Parigi vede la moderna pittura di paesaggio francese. Da queste esperienze nascono opere come Riunione di contadine (1861, Firenze, GAM). Da ora contadine e umili, di cui trasmette la dignità, saranno soggetti frequenti nei suoi dipinti come Mendicanti (1870) in questo Museo.
Nella maturità le opere sono più meditate, grazie anche all’aiuto della fotografia, come per Ritratto della figlia Alaide (1875, Firenze, GAM). La sua produzione è comunque limitata; spesso insoddisfatto dei suoi lavori, espone poco, ma è nella giuria di molte manifestazioni artistiche. Dal 1884 è professore all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Muore a 80 anni, lasciando un’importante collezione di opere d’arte moderna, poco dopo dispersa in una vendita all’asta.