Guglielmo Micheli

Livorno, 12 Ottobre 1866 - Livorno, 7 Settembre 1926

Nasce a Livorno da una modesta famiglia. Si forma qui col pittore Natale Betti e dal 1888 a Firenze, dove all’Accademia di Belle Arti frequenta la Scuola Libera del Nudo di Giovanni Fattori, col quale stringe un legame solido e duraturo.

Le prime opere sono sulla scia del Maestro, come nei due Ritratto della moglie (1889; 1890) in Museo, in cui all’intensità espressiva si unisce una pennellata fusa e veloce. Negli anni ’90 ricerca una propria strada affrontando diversi soggetti – figure, come qui Preghiera (1891); animali; paesaggi e specialmente marine, come qui l’importante Porto di Livorno (1895) – sempre partendo dall’analisi del vero e degli effetti della luce, ma comunicando il sentimento profondo delle cose, in sintonia con altri pittori come Giuseppe Pellizza da Volpedo, che conosce da Fattori e con cui mantiene stretti rapporti epistolari. La pennellata, breve e scattante nelle piccole tavolette, in cui il colore magro lascia in certi punti a vista il bruno caldo del supporto, si fa più minuta nel definire i dettagli nei dipinti di maggiore dimensione, basati sempre sulla finezza del disegno. Tra 1910 e 1920 i tocchi di colore sono ancora più rapidi e sintetici, come qui in Coppia di buoi bianchi (1915 circa).

Si dedica molto all’ insegnamento sia del disegno nelle Scuole Tecniche (a partire da Livorno nel 1894), sia di pittura nel suo studio, che ospita numerosi giovani talenti, tra cui Llewelyn Lloyd e Amedeo Modigliani.

Espone in diverse occasioni, anche a Livorno, dove partecipa all’importante I Mostra d’Arte Livornese ai Bagni Pancaldi del 1912.

Muore nella sua città a 59 anni.

Le opere nella selezione Catalogo

Guglielmo Micheli

Porto di Livorno

1895

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