Leonetta Pieraccini Cecchi
Poggibonsi (Siena), 31 Ottobre 1882 - Roma, 23 Settembre 1977
Nasce a Poggibonsi (Siena) da Ottaviano Pieraccini, medico condotto, e dalla sua terza moglie Arzene Zani.
Nel 1891 un tracollo economico coinvolge la famiglia Pieraccini.
Leonetta si trasferisce con i genitori a Firenze nel 1893, dove completa gli studi elementari e a seguire quelli tecnici. La giovane si distingue nelle materie artistiche e prende lezioni di disegno dalle sorelle Sartoni, ritrattiste di grido della buona società fiorentina.
Nel 1902 è ammessa all’Accademia di belle arti di Firenze, dove segue i corsi di disegno e di figura di Giovanni Fattori e i corsi di ornato e di decorazione di Augusto Burchi.
Consegue il Diploma accademico per l’abilitazione all’insegnamento di disegno ornamentale nelle scuole secondarie
e poi un secondo Diploma accademico in figura disegnata e dipinta.
Nel 1906 espone la sua prima opera, un grande autoritratto con uno sfondo di nuvolaglie e di
fronde, alla Promotrice per le belle arti di Firenze. Nello stesso anno conosce Emilio Cecchi, uno dei più importanti critici e saggisti del tempo.
Nel 1911 i due celebrano il matrimonio a Poggibonsi e poi si trasferiscono a Roma. La loro casa in via Nomentana diventa un “salotto
letterario”, dove si incontrano artisti e intellettuali di grande fama.
Nel 1913 diventa madre di Giuditta, futura scrittrice, traduttrice e moglie del pittore Amerigo Bartoli Natinguerra, l’anno seguente nasce Giovanna, futura scrittrice, traduttrice,
sceneggiatrice e moglie del musicologo e critico musicale Fedele d’Amico. Nel 1918 nasce Dario, futuro pittore, scrittore, costumista e marito della costumista Maria Baronj.
Leonetta non abbandona la pittura e i suoi lavori, dagli anni Dieci e i primi del decennio seguente, risultano essere fecondi e invasi da un sentimento del colore libero e carico. Ottiene prestigiosi riconoscimenti e partecipa a numerose mostre che si tengono tra Roma, Firenze, Venezia e Milano.
Alla Seconda Esposizione Internazionale d’Arte della Secessione di Roma espone l’opera Paesaggio La fabbrica di mattoni, forse la medesima opera che si conserva al Museo Civico Giovanni Fattori.
Nel maggio del 1915 Emilio Cecchi viene richiamato alle armi. Da sola si sposta tra Poggibonsi e Firenze.
Leonetta si afferma sempre più come ritrattista dei letterati.
Nel 1927 è selezionata da Margherita Sarfatti, per la XCIII Esposizione della Società degli
Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma.
Emilio Cecchi è invitato, nel 1930, dalla Berkeley University in California per tenere due corsi di letteratura; Pieraccini va con lui ma si ferma tre mesi a New York, dove visita i musei, la città ed entra in contatto con diverse gallerie d’arte contemporanea; Al rientro del marito in Italia segue un periodo di crisi familiare che dura gran parte degli anni Trenta.
Sente la volontà di riprendersi dai momenti di scoraggiamento e nel 1934, è presente a una serie di importanti collettive, la IV Mostra del Sindacato Fascista Belle Arti del Lazio e la Prima mostra Femminile di Belle Arti a Roma, alla XIX Esposizione Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, il Premio di Pittura a Castellammare di Stabia.
L’impiego più importante è la mostra personale alla Galleria Lyceurm di Firenze; espone quarantasei opere a olio e alcuni monotipi.
Nei suoi lavori mostra sapienza nel disegno e sensibilità coloristica che la rendono padrona del “mestiere” di pittrice.
Nel 1935 è all’Esposizione d’Arte Italiana Contemporanea a Varsavia. All’evento prendono parte numerosi artisti, alcuni dei quali sono Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis,Ferruccio Ferrazzi, Giorgio Morandi.
Nel 1936 si reca a San Paolo del Brasile per una mostra personale nell’Hotel Esplanada e tiene due conferenze nelle sale della Società Dante Alighieri sulla pittura dell’Ottocento e del
Novecento.
Al progressivo diminuire delle mostre e della sua produzione pittorica, a partire dalla seconda
metà degli anni Trenta, corrisponde un maggiore impegno letterario; collabora in con diversi
periodici e alcuni quotidiani, quali Omnibus, Oggi, Bellezza e Il Mondo.
Collabora anche in qualità di illustratrice per Cronache d’Attualità e La Fiera Letteraria – L’Italia Letteratura.
Seguono tre piccole esposizioni romane e nel 1938 è a Milano per la mostra personale presso la Galleria Gian Ferrari.
Nel dopoguerra la vita in casa Cecchi – Pieraccini recupera la vivacità e con essa anche i tradizionali incontri con gli intellettuali.
Nel corso degli anni Cinquanta si applica alla pittura su ceramica.
Pieraccini nel novembre del 1972 partecipa alla preparazione della mostra promossa dal figlio Dario in occasione dei suoi novant’anni, alla galleria Aldina di Roma.
Muore a 95 anni a Roma.
Biografia a cura di Emanuela Calaci
Le opere nella selezione Catalogo
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Paesaggio (la fabbrica di mattoni), 1911, olio su tela riportato su cartone, 58×59 cm
Il Museo Fattori conserva 1 opera di Leonetta Pieraccini
- Paesaggio (La fabbrica di mattoni), 1911