Mario Puccini
Livorno, 28 Giugno 1869 - Firenze, 18 Giugno 1920
Nasce da famiglia di estrazione modesta a Livorno, dove studia alla Scuola tecnica comunale (1878-83); si trasferisce poi all’Accademia di Belle Arti di Firenze (1884-90), sembra sotto suggerimento di Fattori. Nel 1893 è ricoverato prima all’ospedale civile di Livorno, poi nel Manicomio di Siena, dove resta 4 anni.
Uscito, ricomincia a dipingere. Dal 1909 frequenta a Livorno l’appena aperto Caffè Bardi in piazza Cavour, che diventa centro di ritrovo per gli artisti e che decora con almeno un dipinto e un disegno.
Nel 1912 partecipa all’importante I Mostra d’Arte Livornese ai Bagni Pancaldi e l’anno successivo alla II. Raggiunge l’apice della sua attività: i suoi dipinti, caratterizzati da pennellate rapide e corpose, colori accesi, spesso inquadrature ardite, ottengono riconoscimenti, sono acquistati dai collezionisti e apprezzati dai critici, alcuni dei quali, a partire da Emilio Cecchi, lo paragonano a Van Gogh. Realizza soprattutto paesaggi, a volte con lavoratori come La Metallurgica (1913, collezione privata) e qui Funaioli e Fascinaia (1914 circa); vedute di porti, come qui Vapore nel porto (1915?); nature morte e ritratti. Negli ultimi anni di vita frequenta e dipinge la Maremma.
Muore a Firenze per un’infezione polmonare nel 1920.
Gli amici artisti propongono di seppellirlo nel Famedio dei livornesi illustri a Montenero, vicino a Fattori, e anche a tale fine fondano nel 1920 il “Gruppo Labronico”, che si pone come erede e continuatore dell’opera dei due artisti. Nonostante l’impegno dei soci nel farne conoscerne l’arte – ad esempio, nel 1922 Plinio Nomellini ne cura una mostra retrospettiva alla XIII Biennale di Venezia – la salma di Puccini vi verrà traslata soltanto nel 1988.
Le opere nella selezione Catalogo
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Il Museo Fattori conserva di Mario Puccini, oltre a 3 disegni, 3 dipnti:
- Fascinaia, 1914?
- Funaioli, 1914?
- Vapore nel Porto, 1915?