Oscar Ghiglia
Livorno, 23 Agosto 1876 - Firenze, 24 Giugno 1945
Nasce a Livorno da famiglia piccolo-borghese. Inizia a dipingere da autodidatta e dal 1896 frequenta lo studio di Gugliemo Micheli, allievo di Giovanni Fattori, dove si lega a giovani artisti come Amedeo Modigliani. Nel 1900 è a Firenze (dove si trasferisce definitivamente nel 1902), dove frequenta la Scuola Libera del Nudo tenuta da Fattori.
Nel 1901 esordisce contemporaneamente alla III Esposizione d’Arte ai Bagni Pancaldi di Livorno e alla IV Biennale di Venezia, qui con un apprezzato Autoritratto (collezione privata), che avvia la sua affermazione nella ritrattistica, in cui trasmette la fisionomia ed essenza delle figure con pennellate sempre più rapide e materiche, come nel Ritratto di Giovanni Papini (1926-27, Firenze, Galleria d’Arte Moderna).
Colpito dagli affreschi di Piero della Francesca ad Arezzo (1452-66), dal 1908 realizza nature morte in cui oggetti, stoffe e frutta sono costruiti con solidi volumi di forma e colore, immersi in un’atmosfera quasi sospesa, mentre la pennellata si modifica in orientate tacche di colore con la conoscenza delle opere del francese Paul Cézanne, di cui si vedono ancora gli influssi nelle due Natura morta (1920 circa) qui in Museo. Dal 1914 è a Castiglioncello: a contatto con la natura, rimedita gli insegnamenti di Fattori e realizza paesaggi, costruiti con pennellate corpose e materiche e una solida impostazione geometrica. Soprattutto dal 1920 esegue alcuni nudi, come Nudo di donna (1930, Firenze, Galleria d’Arte Moderna).
Dopo la partecipazione alle Biennali di Venezia (1901-05), esce dalla scena pubblica; dagli anni ’20 ricomincia a esporre, ad esempio alla II Quadriennale di Roma (1935).
Con il Fascismo e la II Guerra mondiale si isola sempre di più. Muore nel 1945 a 68 anni.
Le opere nella selezione Catalogo
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Il Museo Fattori conserva 2 dipinti di Oscar Ghiglia:
- Natura morta, 1920 circa
- Natura morta, 1920 circa