Campagna romana
- Data: 1896 circa
- Materia e tecnica: olio su tela
- Misure: cm 83x173
- Firma e scritte: firma e data in basso a destra “Gio. Fattori”
- Acquisizione: acquisto da Giovanni Malesci, 1908
- Inventario: 1957/17; 1991/1030
L'artista e l'opera
L’opera, non datata, è ormai concordemente ricondotta all’ultima fase dell’attività del pittore livornese Giovanni Fattori, in particolare al 1896, quando ha 71 anni. Il suo primo soggiorno a Roma era stato nel 1872, ma vi era tornato più volte, raffigurando in varie opere sia il popolo in scene di vita quotidiana che la campagna circostante, incentrata, come nelle opere realizzate dopo il soggiorno del 1882 nella Maremma grossetana, sulla rappresentazione dell’elemento naturale in tutta la sua crudezza, e sul rapporto che si instaura tra esso, gli animali e i butteri (mandriani della Maremma, della Campagna romana e dell’Agro Pontino) che lo abitano e vivono.
L'opera
Sui pendii di un terreno collinare, tracciato con lunghe, rapide e sfaldate pennellate di colore giallo caldo, ocra, bruno e verde, avanza su un cavallo un buttero, lasciandosi alle spalle due bianche vacche smagrite che pascolano in un’area chiusa da un recinzione divelta. Dietro si eleva su un cielo mosso da nuvole inclinate un pagliaio storto. Su tutto grava un’atmosfera dura, desolata e malinconica, accentuata dal voluto disequilibrio della composizione, come se l’energia della natura avesse torto gli elementi del paesaggio.
L'opera e il Museo
L’opera fa parte del consistente gruppo di dipinti, disegni e incisioni ereditati alla morte di Giovanni Fattori (30 agosto 1908) dal suo allievo Giovanni Malesci e da questi venduti al Comune di Livorno sul finire del 1908.
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