Emigranti
- Data: 1894 circa
- Materia e tecnica: olio su tela
- Misure: cm 146x196
- Firma e scritte: firma in basso a sinistra “Rf. Gambogi”
- Acquisizione: donazione dall’autore, 1896
- Inventario: 1991/1109
L'artista e l'opera
Il pittore livornese Raffaello Gambogi realizza quest’opera probabilmente a inizio 1894, quando non ha ancora 20 anni, studia da 3 anni all’Accademia di Belle Arti di Firenze e lì ha appena iniziato i corsi di Giovanni Fattori alla Scuola Libera del Nudo. Tra 1894 e 1895 la tela è presentata all’Esposizione della Società Promotrice di Belle Arti di Firenze, dove riceve il “Premio Unico” che lo porta, ancora giovane, ad essere ben considerato da colleghi e critica. Il dipinto affronta il tema fortemente sentito dell’emigrazione, anche se risolto con toni meno forti di quanto farà due anni dopo Angiolo Tommasi (Gli emigranti, 1896, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea).
L'opera
Con rigore per la resa realistica del luogo, è rappresentato lo spazio semicircolare dell’Andana degli Anelli nel Porto Mediceo di Livorno, di fronte al molo di Cosimo, affollato di velieri e bastimenti. Qui è il “popolo” in partenza per destinazioni lontane: chi tristemente saluta la famiglia (al centro), chi carica i bagagli su piccole imbarcazioni (a sinistra), chi aspetta il proprio turno tra borse e bauli (a destra). La scena è inondata da una luce calda, che evidenzia ovunque riflessi cangianti e parti illuminate, e resa con una pennellata che, specie in primo piano, si frange in filamenti accostati.
L'opera e il Museo
Nel maggio 1896, due anni dopo la sua realizzazione, Gambogi dona il dipinto al Comune, che lo accetta con Delibera della Giunta del 5 giugno. Il dono, insieme a quelli di altri autori nello stesso anno, risponde agli appelli dell’Assessore alla Pubblica Istruzione Giovanni Targioni Tozzetti volti ad aumentare le raccolte in vista dell’apertura del Museo civico nella seconda sede di Piazza Guerrazzi, inaugurata il 27 dicembre 1896. Da questo momento la tela è stata sempre esposta.
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