Storia del Museo
a cura di Claudia Marchese
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1857
1863
1871
1877
1882
1896
1908
1925
1935
1944
1950
1994
17 giugno 1857
Con questo Avviso, la Commissione formata da cittadini livornesi annuncia che il grande e “applaudito” dipinto Gli esuli di Siena del pittore livornese Enrico Pollastrini, acquistato grazie ai contributi dei numerosi sottoscrittori citati, è stato donato al Comune e collocato provvisoriamente in Tribunale, in attesa dell’istituzione di un Museo civico.
L’offerta della Commissione al Comune era infatti stata fatta l’11 aprile 1856 per “dar principio […] alla formazione di una Galleria di oggetti di Belle Arti”, di cui Livorno era ancora sprovvista.
3 novembre 1863
Un gruppo di cittadini livornesi dona al Comune di Livorno Un episodio della battaglia di Montebello 1859 (1862) del pittore livornese Giovanni Fattori, una grande tela che rappresenta uno dei momenti più significativi della II Guerra d’Indipendenza.
Il dono vuole essere di buon augurio per il futuro della Pinacoteca, che si riteneva già iniziata con Gli esuli di Siena di Pollastrini. Il Comune accetta la donazione e il 31 maggio del 1864 paga 800 lire al pittore come indennizzo.
27 febbraio 1871
Il Comune di Livorno acquista Un episodio della battaglia di San Martino (1868) di Giovanni Fattori, opera realizzata grazie al contributo dei cittadini livornesi e premiata nel 1868 al Concorso bandito dal Ministro della Pubblica Istruzione Domenico Berti.
Le raccolte civiche si arricchiscono così di un secondo grande dipinto a soggetto militare dell’artista, dedicato alle cruente vicende della battaglia di San Martino durante la II Guerra d’Indipendenza.
14 gennaio 1877
Viene finalmente inaugurata la “Pinacoteca livornese” nella grande sala al 1° piano dell’ex Palazzo Granducale, poi Reale, ora sede della Provincia.
I giornali riportano tempestivamente la notizia. Il 15 gennaio la “Gazzetta Livornese” pubblica l’elenco dei 22 quadri esposti e sottolinea il grande afflusso di visitatori arrivati per vedere “la tanto desiderata galleria” di cui “tutti dicevano: è poca cosa ma è pur sempre un principio”.
Il mese dopo viene approvato il primo Regolamento.
1882
Il commendatore Enrico Chiellini dona al Comune di Livorno la sua importante collezione archeologica, paletnologica e numismatica, a condizione che venga esposta in un museo.
Il Museo civico di Paletnologia, Archeologia e Numismatica apre 5 anni dopo nell’aula magna del Reale Liceo, con direttore lo stesso Chiellini.
27 dicembre 1896
Si inaugura in gran pompa quello che ora è definito Museo civico in una nuova sede, al 2° piano di un palazzo in Piazza Guerrazzi n. 4, dall’ingresso nobilitato da lesene e architrave decorata. Nel 1905 verrà collocato al 1° piano anche l’Archivio storico.
Le sale ospitano la Pinacoteca notevolmente aumentata, il Museo Archeologico e Numismatico con la collezione Chiellini, le sculture già esposte nella Biblioteca Labronica, una raccolta di cimeli storici.
6 novembre 1908
Dopo la scomparsa di Giovanni Fattori il 30 agosto 1908, il Comune istituisce una Commissione artistica per individuare opere del Maestro e, con un percorso conclusosi ad aprile 1909, ne acquista un ricco gruppo dal suo allievo ed erede universale Giovanni Malesci, che ne manterrà per sé altre.
Entrano così nelle raccolte civiche oltre 200 disegni, 156 acqueforti e 18 dipinti, che costituiscono ancora oggi uno dei più importanti nuclei di opere del Museo.
25 ottobre 1925
Al Museo si apre l’Esposizione di opere del pittore Giovanni Fattori nel centenario della nascita, snodo significativo della piena valutazione critica dell’artista.
Nello stesso anno, il suo allievo Valmore Gemignani lo omaggia con una statua in bronzo che viene collocata in Largo del Cisternino, proprio nei pressi del Museo civico.
19 ottobre 1935
Il Museo civico viene intitolato a Giovanni Fattori e riordinato, dando massimo rilievo alle sue opere.
Il nuovo assetto di tutte le sale viene finalmente documentato da fotografie, a corredo dell’articolo del curatore del Museo Luigi Pescetti Il riordinamento del Museo civico, pubblicato l’anno successivo nella rivista curata dal Comune “Liburni Civitas”.
19 maggio 1944
Una bomba colpisce l’edificio del Museo civico, da cui nei mesi precedenti il Soprintendente ai Monumenti e alle Gallerie di Pisa Piero Sanpaolesi aveva ritirato quasi tutte le opere per metterle in salvo, così come per gran parte del patrimonio cittadino. Erano rimasti alcuni dipinti minori e la grande tela Gli esuli di Siena di Enrico Pollastrini “così lunga, così grande, così pesante che con tutta la buona volontà nostra, non era stato possibile rimuoverla”. Il dipinto che aveva segnato l’inizio della storia del Museo civico viene così distrutto e perso per sempre.
4 giugno 1950
Dopo il trauma della guerra e il recupero delle opere dai loro rifugi, il Museo civico Giovanni Fattori viene inaugurato in una nuova sede, la 3°: Villa Fabbricotti, una delle più belle dell’800, sede anche della Biblioteca Labronica.
Al 2° piano, 8 sale sono dedicate alla Pinacoteca, al piano terra due locali vengono riservati alle collezioni numismatiche e archeologiche, mentre alcune opere, come busti in marmo e acqueforti di Fattori, sono ospitate tra piano terra e 1° piano negli spazi della Biblioteca.
3 dicembre 1994
Il Museo civico Giovanni Fattori viene inaugurato nella sua 4° e attuale sede: la magnifica Villa Mimbelli, sottoposta appositamente a un complesso intervento di restauro, che aveva recuperato anche quanto rimasto degli arredi e delle decorazioni delle ricche sale, e di adeguamento museografico, che aveva inserito anche elementi contemporanei.
Sono esposti i dipinti e le sculture dell’800-primo ‘900, mentre tutte le altre raccolte del Museo sono collocate nei depositi.
Saranno rese nuovamente visibili in un’altra sede: il Museo della città, inaugurato il 30 aprile 2018.